Uno dei miei soliti tentativi di guardare in sintesi
Innalzarsi al di sopra degli eventi, e osservarli serenamente
(Giorgio Marincola, Montorio Romano, settembre 1942)
Giorgio Marincola nacque il 23 settembre 1923 a Mahadaay Weyn, un presidio militare italiano a nord di Mogadiscio da un sottufficiale italiano, Giuseppe Marincola (Pizzo Calabro, 1891-Roma 1956) ed Aschirò Hassan, una donna somala nata nel 1901 a Xarardheere, cittadina a 500 km a nord-est di Mogadiscio. Due anni dopo, nel settembre 1925, nacque la sorella Isabella. Giuseppe Marincola, a differenza dei tanti figli nati in colonia dall'unione tra soldati italiani e donne africane, riconobbe i due bambini, dando così loro la cittadinanza italiana.
Nel 1926 Giuseppe portò i due bambini in Italia. Affidò Giorgio al fratello Carmelo e a sua moglie, Eleonora Calcaterra, a Pizzo Calabro. Portò Isabella con sé a Roma, nel quartiere popolare di Casal Bertone, dove si era stabilito con la moglie Elvira Floris, la sorella di un commilitone che aveva sposato nel giungo del 1926. Giuseppe avrà nel 1928 e nel 1929 due figli da Elvira, Rita ed Ivan. Fino al 1933 Giorgio visse a Pizzo Calabro, in un ambiente molto diverso da quello strutturato della Roma capitale del Regno ed epicentro della retorica propagandistica fascista. Un contesto, quello pizzitano, di affetto, libertà ed accoglienza per Giorgio, stando alle memorie familiari... continua a leggere
Dall’estate del 2020 in molti hanno (ri)cominciato a parlare di Giorgio Marincola, una figura diventata quasi mainstream dopo la richiesta di intitolargli la stazione “Ipponio” della metro C di Roma. Se n’è parlato su diverse testate, anche di grande rilevanza (da «L’Espresso» a «Jacobin Italia»), e sempre più diffusamente su magazine digitali e social network, dove il suo nome o la sua effige vengono spesi in iniziative di diverso calibro. Anche la campagna Il razzismo è una brutta storia promossa dalle librerie Feltrinelli ha finalmente accolto la storia di Giorgio tra quelle da proporre, con tredici anni di ritardo rispetto alla segnalazione che feci loro nel 2008, quando fu pubblicata per la prima volta la sua biografia.
Ma Razza Partigiana, il libro (e con lui i quasi quattro anni di ricerca che ne hanno permesso la costruzione) che fine ha fatto?
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Razza Partigiana è anche un reading, o meglio una lettura concerto scritta da Wu Ming 2 e musicata da Egle Sommacal (chitarra), Stefano Pilia (chitarra), Paul Pieretto (basso, tastiere ed elettronica) e Federico Oppi (batteria e percussioni). Tredici ballate elettriche che ripercorrono la storia di Giorgio Marincola. Il reading, pubblicato per la prima volta nel 2010, è parte integrante della seconda edizione del libro.
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Razza Partigiana non è una narrazione fantastica, né verosimile. È la ricostruzione della vita di Giorgio Marincola. Per quanto talvolta possa lasciare sbigottiti, la vicenda individuale di Giorgio è qualcosa di eccezionalmente reale. Il fatto che talvolta sfiori la sfera dell’incredibile è a nostro parere dovuto ad alcuni dei molti processi di rimozione che caratterizzano la conoscenza o la mera osservazione della storia d’Italia. La storia coloniale, l’originalità e l’autonomia del razzismo fascista rispetto al nazismo, l’impossibilità di imporre alla storia della Resistenza caratteri univoci e monolitici. Sono soltanto alcuni esempi.
Razza Partigiana è essenzialmente un saggio storico e come tale è costruito sulla base di una ricerca. “La ricerca, fondata su un uso critico dei documenti, è anche una forma di garanzia verso un uso distorto della memoria, cristallizzata talora in stereotipi e consuetudini ripetitive o piegata a interessi di parte” (P. Carucci, M. Guercio, Manuale di archivistica, Carocci editore, Roma, 2008, p. 11).
Nel nostro caso, una ricerca lunga tre anni. Una ricerca storica ha delle fonti di varia natura e forma, fonti da raccogliere, studiare, confrontare e criticare. Ne diamo qui un’elencazione sistematica e non sommaria affinché possa essere di aiuto e di esempio a chi volesse accostarsi a ricerche di questo genere. Fanno eccezione le fonti fotografiche, cui è dedicata un’apposita sezione del sito.
Le fonti qui elencate sono suddivise per tipologia: Archivi istituzionali, Archivi privati, Fonti a stampa, Fonti orali e Bibliografia. Per ciascuna di esse pubblichiamo i dati per rintracciarle.
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La scelta di pubblicare on-line la maggior parte delle fotografie raccolte durante la ricerca e soltanto una piccola parte di esse nel libro è stata concordata con la casa editrice per evitare di far lievitare i costi di produzione del libro e di conseguenza anche il prezzo di copertina. La maggior parte delle foto proviene dagli archivi familiari di parenti ed amici di Giorgio Marincola cui va la nostra gratitudine per averci dato la possibilità di colmare i vuoti documentari con le loro memorie ed i loro album fotografici: quello di Isabella Marincola, quello di Caio Cefaro, amico fraterno di Giorgio, suo compagno di classe che con lui ha condiviso anche l’antifascismo e la Resistenza a Roma; quello di Rosella Marino, figlia di una cugina di Giorgio, da cui provengono quasi tutte le foto; quello di Giorgio Comandini e Valeria Del Giudice, compagni di classe di Giorgio al liceo Umberto I, che si sono sposati fra loro dopo la guerra.
Le foto sono suddivise in cinque gruppi, in modo da rendere l’idea delle tappe e dei contesti che hanno caratterizzato lo svolgimento della vita di Giorgio: Somalia, Pizzo Calabro, Roma, Biellese, Val di Fiemme. La nostra speranza è di poter reperire altro materiale anche attraverso questa virtuale appendice al libro
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Dall'inizio della nostra attività storiografica abbiamo dato grande importanza alla didattica. Lo stesso progetto Razza Partigiana è nato da una ricerca iniziata dentro le scuole e per le scuole. Il primo passo, infatti, è stata la realizzazione della mostra Studenti per la libertà. Roma 1943-1944, nata per risaltare il ruolo avuto nella Resistenza romana dagli studenti delle scuole. Parte del lavoro di ricerca che sta a monte della di Giorgio Marincola è stato svolto nell'archivio scolastico del liceo classico statale "Pilo Albertelli" di Roma. Il 26 ottobre 2010, l'aula di scienze del liceo è stata intitolata proprio a Giorgio Marincola. Il Pilo Albertelli è stato inoltre teatro di due esperienze laboratoriali, incentrate sull'inventariazione dell'archivio personale di Giorgio Marincola e di parte di quello del liceo stesso. Il legame con il mondo della scuola si è anche evidenziato con presentazioni del libro in varie scuole sparse per l'Italia (da Borgomanero a Pizzo Calabro).
La storia di Giorgio Marincola non è soltanto una storia "esemplare" da narrare per strappare emozione, quanto una vicenda che ha in sé il portato di capitoli diversi della storia d'Italia ed il complesso intreccio tra essi. Il viaggio che ha determinato la breve vita di Giorgio è insomma un'occasione eccezionale per prendere di petto la storia, già nella visualizzazione delle tappe di quel percorso.
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L'intitolazione dell'Aula di Scienze del Liceo «Pilo Albertelli» a Giorgio Marincola
Quale Razza? Un breve documentario su Isabella Marincola realizzato da Aureliano Amadei